Prefazione - Giovanni Gronchi

La Mostra  nelle parole di Giovanni Gronchi che apre il catalogo e  la presenta:

Giovanni_GronchiLa mostra che si inaugura oggi, voluta e preparata dal Laboratorio dei Restauri della Soprintendenza alle Gallerie di Firenze [… ] ha come scopo principale quello di affermare ancora una volta i valori assoluti detta conservazione e quindi del restauro, e di sensibilizzare l'opinione pubblica ai problemi relativi.

Essa nasce a cinque anni dalla tragica alluvione del 4 novembre 1966 che sembrò compromettere irrimediabilmente uno dei patrimoni artistici più prestigiosi del mondo; ed è naturale che una larga parte del lungo percorso detta mostra sia dedicata ai problemi particolari, alle esperienze nuove, alle difficoltà, ai resultati, alle scoperte che dall'alluvione sorsero e che hanno accompagnato il Laboratorio fiorentino in questi cinque anni: naturale e doveroso anche verso tutti coloro (italiani e stranieri, enti o privati) che parteciparono al lutto di Firenze in quei giorni e generosamente dettero il loro aiuto.

Ma il 1972 coincide anche col quarantesimo anniversario della fondazione del Laboratorio di Firenze.

Questa rassegna non può quindi essere soltanto la mostra dell'alluvione, ma si presenta altresì come una sintesi e una puntualizzazione dei resultati e dei problemi che, in quarant’anni, sono stati affrontati e via via risolti dal Laboratorio fiorentino, su una base di serietà e di ricerca anche scientifica cui, fin dal primo momento, il Laboratorio fu improntato: con una netta presa di posizione, per la prima volta in Italia, contro il dominante e persistente empirismo di quegli anni. In questo senso la mostra è anche un riconoscimento e un omaggio al fondatore di quel laboratorio, Ugo Procacci, che ha continuato fino al termine della sua carriera a stimolare i restauratori e a seguire ed inseguire gli aspetti più importanti nel campo specifico.

E proprio per sensibilizzare ogni visitatore a tutti i settori del restauro, che la rassegna è stata dotata di un vasto apparato didattico con fotografie, radio­grafie, grafici e documenti visivi che accompagnano le molte sale in cui si articola il lungo discorso che tocca, legandoli, i vari temi della mostra: gli aspetti storici del restauro antico, gli appunti di tecnica delle opere d'arte, i rapporti fra scienza e restauro, un excursus rapidissimo e cronologico sull'attività del Laboratorio prima della guerra e, dopo, per curarne i danni, i rapporti fra musei e restauro e fra restauro e mostre, il capitolo dell'alluvione, la vasta sezione dedicata agli affreschi, una selezione della grande mostra itinerante di affreschi e sinopie (che ha stimolato grandissimo interesse nelle sue dieci tappe in Europa e in America), e infine il restauro delle sculture e delle ' arti minori '. Sicché questa rassegna di lavoro si presenta, almeno per vastità di problemi toccati e di opere esposte, come la maggiore manifestazione che in questo campo sia mai stata allestita da quando il problema del restauro è divenuto problema e coscienza della cultura […]

Mi auguro che tutti coloro che potranno visitare questa mostra - e specialmente i giovani - possano trame uno spunto di meditazione, accompagnati da questa « guida alla mostra » (che si è voluta appositamente breve, chiara, priva di quegli appesantimenti di un apparato critico e strettamente tecnico che sarà invece alla base del catalogo vero e proprio che vedrà la luce in un secondo tempo). Mi auguro che la conoscenza diretta della lunga fatica appassionata di pochi uomini, a Firenze come in tutte le altre regioni d'Italia, possa portare alla conoscenza e all'amore per una civiltà che deve essere ad ogni costo difesa e salvata, come il bene maggiore da tramandare a chi viene dopo di noi.

Giovanni Gronchi